20 Marzo 2012 Emanuele Bompan

MyLai

Obama potrebbe vincere facile questo autunno.

Eppure tutto , fuor di patria congiura contro di lui. La crisi in europa. La crisi in Cina. La guerra civile in Siria. Poi l’Iran, che secondo fonti d’intelligence usa al momento non “sarebbe un pericolo urgente”. Ma che Israele vorrebbe risolvere quanto prima. Mettendo alle strette il Dipartimento di Stato e allertando il Pentagono che ha già tutte le opzioni pronte.

Intanto il prezzo del petrolio sale. Timori di una chiusura dello stretto di Hormuz, di guerriglia nei mari del golfo (dove la marina di Teheran potrebbe far impazzire la USS Navy prendendo di mira i tanker), di nuove scoperte di petrolio che però mancano ancora di infrastrutture necessarie.

Obama potrebbe usare di nuovo le riserve strategiche, mentre i repubblicani cominciano a capire che il petrolio potrebbe essere il tallone del “verde” Obama.

 

E poi ci si mettono anche i soldati Usa, spinti alla follia dall’assurdità dell’occupazione Afghana. 38 anni, un soldato, padre di famiglia ha sterminato 16 persone a Kandahar .

Come in tutte le guerre l’umano perde il controllo: asimmetriche, civili, di prossimità, totali e mondiali. Voluta dal Presidente, la prolungata occupazione gli si ritorce contro in quella che i media hanno già ribattezzato la My Lai (347 civili inermi vennero massacrati in Vietnam) di Obama (personalmente: o è un’esagerazione o ogni eccidio – militare o no – è una My Lai). Che ci stiamo a fare in Afghanistan ancora si chiedono sempre più americani. E sopratutto: sarà il Cermis di Barack? Consegnerà il soldato ai tribunali afghani? Oppure ci penserà l’attorney General Eric Holder e il tribunale militare?

 

«Questo dimostra che non dobbiamo accelerare i tempi del ritiro dall’Afghanistan, previsto entro al fine del 2014», così ha commentato Obama lunedì.

«Per noi e’ importante – ha proseguito – assicurarci di andare via responsabilmente in modo che non saremmo costretti a tornare in Afghanistan». Certo è che tra corani bruciati, cadaveri ricoperti di piscia e massacri la “sindrome d’avanposto” sta vanificando ogni tentativo di conquistare cuori e menti degli afghani. Secondo un amico di Washington, vicino al Pentagono «Stanno impazzendo la in Afghanistan, dopo la cattura di Bin Laden, non c’è più nessuna motivazione. Obama rischia un mini-effetto vietnam, anche se difficilmente muoverà contro Siria e Iran».

 

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