31 Marzo 2011 Emanuele Bompan

Arriva la Banca Verde

FINANZA. Il governo britannico lancia la Green investment bank per finanziare i progetti di riduzione dell’anidride carbonica. Stabilito un prezzo minimo per il mercato delle emissioni.

La Gran Bretagna inizia a fare sul serio per la creazione di una low-carbon economy. Per diminuire la quantità di Co2 immessa nell’aria, il governo conservatore di Cameron ha varato due importanti misure, sostenute dal ministro delle Finanze George Osborne. Due mosse a lungo attese: la creazione di una Green investment bank (Gib), una banca d’investimento per progetti verdi finalizzati a tagliare le emissioni e l’istituzione di un “floor price” per la Co2 sui mercati, ovvero un prezzo base da cui partire per scambiare i permessi di emissione.

La riforma, voluta da quasi tutti gli schieramenti, viene considerata dai tecnici necessaria per una transizione da un economia dipendente dai combustibili fossili verso una economia fondata sulle energie rinnovabili. Molti progetti di larga scala legati alle energie rinnovabili, come wind farm offshore, reti elettriche intelligenti, sistemi di stoccaggio di energia elettrica richiedono investimenti di grandi rilievo. Da qui l’idea di creare un Banca di investimenti dedicata, un orientamento ben visto anche dagli uffici della carbon finance della Banca Mondiale di Washington.

La Gib, che potrebbe avere la sede a Edimburgo, verrà finanziata attraverso i proventi del mercato delle emissioni, alimentato dalle compagnie energetiche che dovranno pagare una quota per i permessi di emissione sotto l’Emissions trading sheme (Ets). La novità è il floor price, ovvero un meccanismo di mercato per il quale la Co2 non potrà mai scendere sotto un prezzo prestabilito, anche se il valore di mercato diminuisce. In questo modo si rendono le fonti di combustibile fossile più costose, con una crescita conseguente di competitività per le energie rinnovabili e il nucleare. Il prezzo attuale nel mercato europeo delle emissioni è circa di 14 sterline (ovvero 16 euro) per ogni tonnellata di Co2.

Il ministro Osborne ha annunciato che il floor price inglese partirà da 16 sterline (circa 18 euro) entro il 2013, con l’obbiettivo di portarlo a 30 sterline (circa 34 euro) entro il 2020. Secondo gli economisti questo potrebbe portare ad un incremento dei prezzi dell’energia di circa il 16 per cento entro la fine del decennio. Entro il prossimo anno, quando partirà la banca di sviluppo, verranno allocati 3,4 miliardi di euro e la GIB, secondo le stime del governo britannico, potrebbe movimentare oltre 25 miliardi di euro fino al 2015.

Pochi soldi per il momento, dato che la banca dovrebbe erogare prestiti per almeno 200 miliardi entro il 2020 per soddisfare gli obbiettivi imposti dall’Unione europea, ma il governo inglese in questa fase preferisce la cautela. Una scelta criticata da Greenpeace, per la quale la GIB avrebbe dovuto iniziare a rilasciare prestiti fin da subito: «Rischiamo di ritardare la creazione di nuove imprese e nuovi posti di lavoro», ha dichiarato un portavoce dell’associazione.

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