7 Dicembre 2012 Emanuele Bompan

Pen and Pad con Corrado Clini

Pen and Pad con Corrado Clini

Emanuele Bompan di cityfactor.it ha incontrato il ministro per una chiacchierata informale on record.

“Non importa se finirà oggi o domani. L’importante che produca qualche risultato. Qua l’ospitalità è buona. Ma abbiamo bisogno di coraggio per andare avanti.”

“Il negoziato di Doha è un momento di passaggio nei negoziati per ricercare di mettere appunto un percorso per un accordo globale sul clima, speriamo da firmare entro 2015.

Attualmente in questa direzione non ci sono segnali incoraggianti da Usa, Canada, Russia e Giappone.

Dall’altra parte ci sono Cina, Messico, India, Brasile che chiedono alle economie sviluppare di fare di più. In questo modo il carico rimane sulle spalle dell’Unione Europea, che va avanti con Kyoto insieme a Svizzera , Norvegia e Australia [che firmeranno Kyoto2, nda].”

Il ministro è dubbioso sul futuro del negoziato della Durban Platform. «In questo momento non sappiamo se l’operazione [dell’ADP] riuscirà. Noi intanto teniamo un percorso aperto. Per ora Kyoto 2 è una soluzione precaria [in vista dell’accordo del 2015]. Dobbiamo vedere nei prossimi due-tre anni se gli altri paesi parteciperanno. Se non parteciperanno l’EU riconsidererà la sua posizione.

Noi abbiamo bisogno di USA, Canada, Russia, Giappone per proseguire. Mentre continua a mettere sotto pressione la EU, che l’unico gruppo che agisce: questo è uno degli aspetti paradossali, EU è unica che fa. Questo é ridicolo!».

 

«La Cina è più concreta degli Stati Uniti. Gli Usa ci raccontano che hanno ancora problemi interni. Io spero che l’amministrazione Obama affronti il post-Sandy in maniera responsabile. Attualmente le imprese Usa non sono assoggettate agli stessi vincoli di quelle EU [sotto regime Kyoto]. Questo va superato».

 

«Noi ribadiamo la posizione e l’impegno EU per Kyoto. Ma ricordo: Il KP 1 è entrato in vigore solo quando venne sottoscritto da paesi rappresentavano almeno il 50% emissioni globali. Entrò in vigore solo per l’adesione della Russia. Oggi ha meno del 20% e diventa marginale. Il risultato che uscirà da Doha è un ‘regime globale sulle emissioni’ poco globale. I firmatari di Kyoto rappresentano meno del 20% delle emissioni mondiali».

 

C’è poi la questione della transizione. Il problema verrà risolto attuando di fatto il Protocollo senza prestare attenzione agli aspetti legali.

 

«Cosa guadagnerà l’Italia da Kyoto 2? Questo è un quadro di impegni che aiuterà le imprese che investono in rinnovabili e in efficienza energetica. Tuttavia se la dimensione del mercato rimane solo a livello Europeo, il vantaggio è limitato. Se invece la dimensione è globale, si aprono mercati come quelli di Cina e India. Il business dell’efficienza energetica e rinnovabili si misura su scala globale”.

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