6 Novembre 2018 Emanuele Bompan

L’ambientalismo da salotto, caro Salvini, è quello che salverà l’Italia

Editoriale

Matteo Salvini, in visita con il governatore Luca Zaia nelle zone del Bellunese dove migliaia di alberi sono stati abbattuti dalla furia della tempesta della settimana passato, ha colto l’occasione per trovare un nuovo nemico da gettare in pasto ai social. Target del ministro: l’ambientalismo da salotto (qualsiasi cosa sia). «Troppi anni di incuria e mal inteso ambientalismo da salotto per cui non si tocca l’alberello e non si draga il torrentello e poi l’alberello e il torrentello ti presentano il conto» ha dichiarato. Certo una mossa brillante dal punto di vista della comunicazione: prendere un elemento debole o antagonista rispetto al pensiero sovranista e dare giù mazzate con ragionamenti talmente semplici da intrigare anche l’ascoltatore più disattento o ignorante. E’ il suo stile, funziona spesso. Questa volta tocca all’ambientalismo italiano che soffre di una fase di soul-searching, si direbbe in inglese, di ricerca di se stesso e quindi facile bersaglio, forse anche per i pessimi risultati politici dell’ultima decade dei politici verdi, ecodem e sinistra ecologista.

Questa volta però potrebbe essere un autogol dell’abilissimo Salvini, non per ultimo perché alcuni ambientalisti (pochi) si trovano anche nel suo governo. Inoltre sono proprio le associazioni ambientaliste, i Verdi stessi, la sinistra ecologista, il mondo accademico che mette l’ambiente come priorità dello sviluppo economico, ad aver sempre denunciato la necessità di un piano di interventi nazionale per il dissesto idrogeologico dei nostri territori e per contenere i danni prodotti dagli effetti dei cambiamenti climatici, dando realmente spazio ad un piano concreto di adattamento e resilienza con un’agenzia preposta.

Salvini purtroppo distrae l’attenzione da un vero problema: nella nuova finanziaria c’è poco o nulla che riguardi i cambiamenti climatici, la tutela dei territori, gli incentivi alle energie rinnovabili e alla green economy. Nel famoso contratto M5S-Lega l’ambiente ricopre la posizione n.4 (incluso la lotta al dissesto) e si afferma che “nelle strategie nazionali di sviluppo economico deve considerarsi prioritaria l’adozione di strumenti normativi efficaci atti a promuovere una sempre maggior diffusione di modelli di sviluppo sostenibili, della Green Economy e dell’economia circolare”. Purtroppo nessuna traccia nel bilancio o nelle parole né del viceministro leghista né di quelle del suo pari pentastellato o del resto della pattuglia (salvo alcune eccezioni, come Roberto Fico o l’on Daga.)

 

Il ministro dell’incompetenza verde

Dice bene Angelo Bonelli, dei Verdi: “Mai tanta ignoranza cinica era andata al potere. Salvini omette di parlare della drammaticità rappresentata dalla folle cementificazione che ha portato a costruire ovunque dalle sponde dei fiumi. Salvini e la sua Lega sono responsabili della cementificazione del nord che ha portato la Lombardia e il Veneto ad essere le regioni con il più alto consumo di suolo d’Italia”.

Rifiutare con sdegno i finanziamenti a tasso zero della BCE per ricostruire i territori devastati da eventi climatici, non sostenere attivamente l’Accordo di Parigi ritardando la ratifica di adozione del trattato), aver inserito nel Decreto per Genova articoli che condonano gli abusi edilizi (gli stessi che poi provocano tragedie come quella in Sicilia),  lo sversamento di fanghi tossici nei terreni agricoli; abbassamento delle agevolazioni fiscali per l’efficientamento energetico degli edifici, niente priorità alle rinnovabili. Le azioni cominciano ad essere tante e consecutive.

Il Ministro dell’Interno, se ci tiene tanto a controllare le migrazioni e a governarle, dovrebbe capire che sostenere finanziariamente l’Accordo di Parigi – che dovrà movimentare 100 miliardi l’anno dal 2020 per sostenere i paesi meno sviluppati –  potrebbe essere una strategia intelligente, creando stabilità economica e ambientale proprio nei paesi più esposti, come corno d’Africa, Bangladesh e Africa Centrale.

Sussiste infine il dubbio che Salvini scambi le aule, i centri di ricerca, le conferenze e i dibatti per trovare soluzioni per il Pianeta, con un salotto di debosciati fannulloni. Forse invece che presenziare solo alle belle sagre e fiere di paese (deputate al divertimento e non alla condivisione di saperi e luogo elettivo dove incontrare una parte del popolo) dovrebbe frequentare di più i luoghi dove si lavora per una resilienza vera del nostro paese, basata su un ambiente, sano, bello e sicuro. Un po’ di formazione per il governo (e non solo) sui temi ambientali farebbe bene. Non credo vedremo Salvini o Di Maio ad Ecomondo (a Rimini fino al 9 Novembre), né, purtroppo, sentiremo nei mesi a venire nessuna parola su temi che davvero contano (economia circolare, decarbonizzazione, resilienza, piani di adattamento, messa in sicurezza del dissesto idrogeologico ed ecomafie).

Un approccio bipartisan

L’ambientalismo, la lotta al climate change, lo sviluppo sostenibile e l’economia circolare devono essere un tema bipartisan e transpartitico. Oggi è fuori da quasi tutte le formazioni, non ultimo il PD, visto il disinteresse al tema di Matteo Renzi, che non se ne è accorto ma ha perso la credibilità proprio su un tema ambientale (il referendum trivelle è stato il tarlo che ha insinuato il dubbio tra gli elettori di sinistra ). Nel PD di oggi se ne parla troppo poco, tolto il mini-manipolo di deputati ecodem, il resto del partito rimane sordo al tema o fermo su posizioni vecchie e sorpassate. La sinistra è troppo frammentata per pesare davvero come i Grünen tedeschi, mentre i Verdi hanno zero risorse e sono costantemente ignorati dalla stampa, che tarpa loro la voce, disconoscendo l’importanza di avere almeno un partito ambientalista (che in ogni caso va riformato).

L’augurio è che il temi ambientali ritrovino una casa nei partiti di opposizione ma anche in quelli di maggioranza, M5S e persino nella Lega. Il futuro del nostro paese e del pianeta passa necessariamente per questa discussione, piaccia o no. E per farla purtroppo servono luoghi deputati e non gli annunci su Twitter. Fossero anche salotti.

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